sabato 10 aprile 2010

Sicilia mon amour, hotel ad Augusta (parte 2)

L'ARRIVO
Di fronte all'albergo si trova un grande piazzale (incustodito!) in cui è possibile parcheggiare l'automobile.
Di solito lo spiazzo è abbastanza pieno perché l'albergo fornisce anche un servizio di pizzeria e ristorante che, soprattutto al fine settimana, è abbastanza frequentato.
Attraversando la strada, si trova un cancelletto (sempre aperto) che, mediante un vialetto immerso in un piccolo giardino decorato di verde e palme, introduce alla porta scorrevole che si apre sulla minuscola hall dell'albergo.
Qui personale della famiglia dei proprietari oppure dipendenti si danno il cambio per assicurare la costante presenza di qualcuno alla reception.
Al nostro arrivo provammo subito una fortissima antipatia per la gestione della struttura: dopo aver prenotato la camera per i miei genitori, ci fu chiesto di pagare anticipatamente l'intero pernottamento.
Cosa dovuta, come ci fu spiegato in seguito, al fatto che qualcuno tempo addietro si era "dimenticato" di prendere del contante per pagare la sua permanenza in quell'albergo a fine soggiorno e non ci fu verso, neanche chiamando le Forze dell'Ordine, di costringerlo a farlo.
In ogni caso, però, la richiesta resta antipatica per chi non è abituato a distribuire bidoni a destra e a manca, anzi...
Sinceramente non posso fare il resoconto di quel periodo di permanenza dei miei genitori in albergo, perché furono due giornate intensissime e incasinatissime, passate a girar case con agenzie immobiliari e a scaricare tutta la mia roba al Circolo Ufficiali tentando (invano!) di non dare troppo nell'occhio in quell'ambiente molto bacchettone!!!
Ricordo solo che, non conoscendo nulla in zona, ci fermammo a mangiare lì per pranzo e cena.
Era gennaio (quindi non alta stagione) e il servizio ristorante veniva garantito per gli ospiti dell'albergo (e non solo per loro) a condizione che vi fosse un numero discreto di persone che lo richiedessero (ma questo lo scoprimmo soltanto un bel po' di tempo dopo: la conditio sine qua non non è scritta da nessuna parte!).
Noi eravamo già quattro, quindi non ci furono fatti problemi: garantiti pranzo e cena con menù a scelta ma fisso, nel senso che le pietanze suggerite erano due o tre, ma la frase "Il cuoco suggerisce", come imparammo a capire, era un sinonimo di "Noi vorremmo che voi mangiaste questo".
Ovviamente pagavamo ogni volta che usufruivamo del ristorante, eccetto che per la prima colazione, compresa nel prezzo della camera.

fine della seconda puntata: questo post è troppo lungo, lo continuo appena posso!

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